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Fare un viaggio nel mondo di Battiato significa lambire tutta una serie di dinamiche antropologiche, non solo il ruolo dell'artista nella società ma quello dell'uomo al cospetto di sé. L'alterità dello sguardo del musicista siciliano, il suo portare impressa nel viso una dialettica fatta di registri opposti, la sua continua tensione verso il superamento dei limiti e il contrasto luminoso tra la tendenza all'invettiva più sprezzante e la messa a fuoco dei temi centrali della morte e di Dio, spingono a identificare l'immagine non solo di un artista cardine nella storia musicale della nostra contemporaneità, ma di uno degli uomini più importanti della storia italiana. Le idiosincrasie di Battiato nei confronti della mafia, o di Berlusconi, o delle mode, la sua capacità di veicolare una spiritualità vera, l'approccio alle cose costantemente viscerale, lontano da ogni intellettualismo accademico, sono tappe e modi di un alieno prestato all'espressione sonora, la cui camera ha spaziato dalla più artigianale acquisizione del mestiere a uno sperimentalismo radicale diventato culto planetario, dalla rivoluzione pop che ha cambiato la faccia della canzone italiana a un inquieto ma sicuro errare nelle lande di tutto ciò che è possibile in arte e in musica.